Presentazione

Il suo laboratorio, a pochi passi da Castel Sant’Angelo, si è trasformato in poco tempo in un vero e proprio “salotto romano” luogo di incontro di artisti, critici ed amanti dell’arte.

Lasciato il Parlamento, dove ha lavorato per molti anni come assistente, Francesco Amico ha deciso di dedicarsi al suo più grande amore: l’arte. Dal 2005 ha inaugurato il suo laboratorio in via dei Coronari, luogo simbolo della capitale.
È qui che si possono trovare le sue opere. Pitture ad olio che raffigurano paesaggi, con il tocco dell’artista che vuole personalizzare le vedute. “Definisco la mia arte quasi come un classicismo metafisico. Alla mia pittura figurativa aggiungo spesso elementi metafisici: mi ispiro al rinascimento nei colori ed a De Chirico nell’interazione di ambienti con la presenza di forme classiche come colonne, archi e sfere…”.

Da qualche anno la sua esperienza artistica si completa con la scultura. Un ritorno alle origini, a quando era bambino. Le sue mani adesso plasmano statue mitologiche, omaggio al classicismo greco corretto secondo ispirazioni metafisiche. “Perché anche nella scultura voglio esprimere la mia libertà di artista”.

Giuseppe Taiti

Prefazione per catalogo Francesco Amico

Francesco Amico è uno di quei personaggi di cui la Sicilia, a buon titolo, può essere orgogliosa, e fa parte di quella schiera di uomini i quali, risalendo il continente, hanno maturato un attaccamento profondo alla propria terra, che si sono portati nel cuore durante i lunghi anni di vita romana. Fenomeno, questo, che accomuna molti artisti, ma anche personalità del mondo del lavoro, della scienza, dell’economia, che questo cordone ombelicale non hanno reciso e, anzi, hanno voluto costantemente vivificare con il loro operare.

Arrivato a Roma dalla natìa Mussomeli, svolge per lunghi anni un’attività qualificata nei luoghi istituzionali più prestigiosi della Repubblica, ma parallelamente – come spesso accade – trova nell’arte un equilibrio tra, da un lato, la quotidianità e gli impegni professionali, e la dimensione spirituale, ma soprattutto la nostalgia della terra natale.

I suoi quadri – perché di opere pittoriche prevalentemente si tratta – sono luminose, come i colori della sua (o meglio, nostra) terra, di cui emergono costantemente rievocazioni, anche quando le sue creazioni abbandonano i luoghi dell’infanzia (l’adorata Mussomeli, Taormina) per dedicarsi a ciò che lo circonda nella quotidianità del suo vivere (Roma, i suoi magici dintorni, Tivoli), fino a spingersi – come spesso accade agli artisti siciliani – verso il Golfo di Napoli.

Su tutti i quadri aleggia questa sacralità della memoria, ma soprattutto permane la luce, il calore leggero e soffuso. Sono dipinti in apparenza essenziali, ma di suggestiva bellezza, anche per le rivisitazioni fantasiose che vi vengono evidenziate: strutture semplici, lineari, dotate di un’eleganza ed un’armonia che evocano la classicità del suo lavoro. Ma ciò che più colpisce è sicuramente la gioiosa visione del mondo che lo circonda, che sembra trasferire nell’opera l’interpretazione emotivamente fanciullesca della creazione.

Prof. Avv. Emmanuele F. M. Emanuele

Lo Studio

Francesco Amicoo
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